UNA PALA CARMELITANA DI IPPOLITO BORGHESE (CON UNA BREVE NOTA SU ALCUNE OPERE SCONOSCIUTE TRA NAPOLI E LA CALABRIA)

STEFANO DE MIERI

ABSTRACT

Questo saggio contribuisce ad ampliare le conoscenze sul pittore umbro Ippolito Borghese, a lungo attivo a Napoli, dall’ultimo decennio del XVI secolo al 1623-1624, epoca della sua scomparsa. La prima parte si concentra sull’attribuzione al maestro di una pala d’altare di notevole qualità, raffigurante la Madonna del Carmelo, san Simone Stock, Teresa d’Avila e altri santi, ultimamente comparsa a un’asta Isbilya a Siviglia (2019) con l’erronea ascrizione a Luigi Rodriguez. Tra i raggiungimenti più elevati del pittore, l’opera rivela strette somiglianze con le due Storie di santa Teresa d’Avila nella chiesa napoletana di Santa Teresa degli Scalzi e con altri dipinti autografi grosso modo coevi (1605-1610 circa). Con cautela viene avanzata l’ipotesi che la tela fosse appartenuta al medesimo edificio religioso partenopeo. La seconda parte dello scritto segnala brevemente altri dipinti sconosciuti dell’artista, nelle chiese cappuccine di Celico e di Castiglione Cosentino e nella parrocchiale di San Giovanni a Teduccio (Napoli), purtroppo però fortemente alterati da impropri restauri e da rifacimenti.

This essay aims to broaden knowledge about the Umbrian painter Ippolito Borghese, long active in Naples, from the last decade of the 16th century until 1623-4, when he died. The first part focuses on the attribution to the master of an altarpiece of remarkable quality depicting Our Lady of Carmel, St. Simone Stock, St. Teresa of Avila and other saints, which recently appeared at an auction (Isbilya, Seville, 2019) with an erroneous attribution to Luigi Rodriguez. This work, which ranks among the painter’s highest achievements, reveals close similarities with the two stories of St. Teresa of Avila in the Neapolitan church of Santa Teresa degli Scalzi and with other roughly contemporary original paintings (which date to approximately 1605-10). It is hypothesized, with caution, that the canvas belonged to the same church. The second part of the article briefly draws attention to other unknown paintings by the same artist in the Calabrian Capuchin churches of Celico (Cosenza) and Castiglione Cosentino and in the parish church of San Giovanni a Teduccio (Naples), which, unfortunately, were strongly altered by improper restorations and renovations.